Mese: Novembre 2020

Diario di una sportiva

Francesca Schioppo ha partecipato al Corso 5km nell’autunno 2020. Ecco la sua testimonianza

Sette settimane fa ho ripreso a prendermi cura del mio corpo in modo serio. In questi ultimi 3 anni mi sono presa cura di tante cose, un po’ meno di lui, di me. È stata una mia scelta per carità, ma ogni scelta dà e prende.

Sette settimane fa ho iniziato il Corso di 5km. Quando l’ho raccontato qualcuno si è messo a ridere “un corso per imparare a correre?”. Sì. A me piacciono i corsi, mi catapultano nelle nuove vite meravigliose che incontro, e un po’ più a fondo nella mia. Oggi abbiamo raggiunto il nostro primo obiettivo, correre i 5km. Non è tanto per uno sportivo, ma per me che sono sempre principiante, sì.

Il punto non è questo però. Per me è importante ripartire da zero, ad un certo punto rimettermi in gioco dal principio per fortificarmi e non avere paura della coerenza con il mio sé.

Nel mio lavoro utilizzo molto uno strumento chiamato customer journey — il percorso dell’utente — per capire cosa sente un individuo quando avverte un bisogno, cosa vede, come si muove per soddisfarlo, cosa cerca, cosa prova e quali sono le sfide che incontra per riuscire nella sua impresa. Oggi mentre correvo ho iniziato a pensare alla corsa come una journey, l’utente ero io e questa è la mia mappa:

1° km: inizia l’avventura, so che voglio farcela ma non so cosa ci sarà lungo la strada. Sono contenitiva come un animale che si preserva e scandisco i passi per allinearmi al mio respiro.

2° km: gambe pesanti, i ‘terribili due’ esistono anche nella corsa dannazione!

3° km: al terzo km sono passata per un luogo, Piazzale Diaz, dove tre anni fa ho fatto la mia prima 5km alle 5 di mattina. Appena supero il terzo chilometro ho la certezza che non mi fermerò, eh no ora non posso più sarebbe un peccato a questo punto! È il momento marzulliano, inizio a parlare con me stessa.

4° km: al km 3.99 penso che potrò arrivare ovunque lo vorrò, 5-10-20… posso volare se mi impegno

5° km: fisso l’orologio e non c’è più il futuro. Mi godo il qui ed ora. Il fiato, l’assenza di fiato, l’aria ovunque!

Oggi era la mia prima 5km e il mio primo giorno di ciclo. Una carica di desiderio nelle fibre e una secchiata di stanchezza rovesciata addosso, un cortocircuito insomma. In altri tempi avrei rimandato la corsa ‘per farla meglio dopo il ciclo’. Ma il parkour mi ha insegnato l’adattamento continuo e reciproco, a disegnare il mio percorso e a disegnarlo ricorsivamente senza deludermi mai; a iniziare insieme e finire insieme, ma anche a prendermi il mio tempo. Oggi mi sono allenata con la mia femminilità, ascoltandola non proteggendola, facendo insieme quello che ci andava di fare, complici senza meglio e senza peggio. È stato bello. E pensare che l’iconografia mediatica del Parkour lo associa ancora ad uno sport da maschi.

Un altro sport che oggi mi ha aiutata a partire è stata la scherma. La scherma mi ha insegnato davvero tante cose, forse soprattutto ad avere il coraggio dell’intenzione: se vuoi partire (l’attacco) l’intenzione deve essere chiara, devi prendere il ferro dell’avversario chiaramente e fare quel primo passo marcatamente prima dell’altro schermitore, altrimenti la tua intenzione non sarà chiara all’arbitro. Comunica le tue intenzioni, per averle chiare a te. E poi la parata, il colpo fuori bersaglio, la mossa di ‘legare il ferro dell’avversario al tuo’ (non andarci contro), la pedana come spazio fisico e mentale in cui imparare a gestirsi e a muoversi. Come nella disciplina con cui lavoro ogni giorno, i vincoli stressano il processo creativo per ottenere risultati imprevedibili. (Conditional design)

Oggi ho corso con quello che ho imparato da tutte queste discipline, e con la consapevolezza che sto imparando dal mio primo corso di corsa. La corsa mi ha sempre accompagnata, senza troppe pretese, nei momenti in cui gridava in me il bisogno di muovermi ma anche quello di liberarmi dalle discipline, dal fuori confort, dagli altri me, un ritorno alla casa-base. Mi sta insegnando che il sentirmi confortevole è uno dei bisogni primari che devo ascoltare, mi riporta alla mia velocità, al mio passo, e in queste settimane mi ha svelato anche cosa vuol dire “avere l’amico con cui correre”, la ricerca che nel mio intimo ho iniziato da più tempo a questa parte. Mi apre ai fuori pista ed è stata la prima che mi ha suggerito l’idea di esplorare le città con il movimento.

Tutte queste discipline sportive mi allenano ogni giorno alla pazienza e al valore bellissimo di questo termine. Vorrei che negli incubatori di startup si parlasse più di pazienza che di determinazione, ma questa è un’altra storia.

Ps. Questa non è una chiamata alle armi contro i dpcm, non sopporto il dover sentir parlare dell’impedimento ad allenarci come di una limitazione alla libertà di movimento; penso che lo sport sia come un framework, un’architettura logica di supporto sulla quale progettiamo il nostro essere, composta da concetti, pratiche, rituali, principi e dalle relazioni tra essi. Chiudere palestre o limitare gli allenamenti all’esterno è qualcosa che possiamo affrontare proprio grazie a questa architettura costruita nel tempo, per questo l’educazione al movimento è importante e va incentivata negli ambienti educativi. Ma sempre proprio per questo è anche il miglior strumento mentale che abbiamo per essere adattivi e forti di fronte alle circostanze restrittive.

Cogliamo l’occasione per un cambiamento positivo! Grazie ai miei maestri che lo fanno con fermezza!

Francesca Schioppo

Gare al femminile

Mercoledì 25 novembre, in occasione Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si organizzano in Italia due manifestazioni di corsa. Ecco le informazioni per partecipare alla Strawoman e la Women in Run:

Strawoman celebra i suoi dieci anni con una versione virtuale della gara. Avete sino al 18 novembre per iscrivervi online per ricevere a casa il pettorale e maglietta dedicata. Stawoman Virtual Edition può essere corso in qualsiasi momento dal 22 al 29 novembre. Non ci sono limiti di distanza e potete scegliere di camminare o correre. Per informazioni ed iscrizioni andata al Sito Strawoman

Women in Run propone un’unica data per l’evento 2020: il 29 novembre. Iscrivendosi si riceverà una maglietta ASICS targata WIR per la vostra corsa virtuale. Anche qui, non ci sono limiti di distanza e modalità di corsa. Per iscrizione potete andare su questa pagina ENDU.

Oltre al “peso” c’è di più

C’è un oggetto che è quasi sempre temuto e disprezzato quando si comincia a parlare di alimentazione, dieta, obiettivi: la bilancia. Mentre il display lampeggia in attesa del verdetto il linguaggio corporeo (di quasi tutti) parla chiaro: schiena un pò curva e sguardo basso, un misto fra il sospettoso ed il trepidante. Attenzione, la bilancia comune è semplicemente un oggetto creato per pesare un corpo. Detto così sembra quasi banale, ma il numero che compare sulla bilancia non ci dice nulla in merito a ciò di cui il nostro corpo è costituito – cioè massa grassa, muscolo, acqua. Quando il numero sulla bilancia sale, cosa sta aumentando? E quando scende? Stiamo guadagnando massa muscolare o magari semplicemente il nostro corpo è infiammato e tratteniamo più liquidi? Il nostro allenamento ci sta aiutando a far diminuire la massa grassa in eccesso (se necessario), valorizzando e potenziando il muscolo – dunque agendo in modo ottimale sulla nostra “cilindrata”?  Non possiamo più limitarci ad osservare i numeri sulla bilancia. Il valore numerico misurato dalla bilancia è senza dubbio un indicatore di partenza, così come l’indice di massa corporea (IMC) che mette in relazione peso e altezza: a parità di altezza uguale infatti, l’IMC di un body-builder con elevata massa muscolare sarà uguale a quello di un sedentario in forte sovrappeso. Lo scopo deve essere perdere massa grassa, liquidi in eccesso ma non il prezioso muscolo.

Suggerimenti

Chiedetevi “dove” perdere peso e, possibilmente, misurate i vostri progressi. Questo si può fare tranquillamente anche a casa, con un semplice metro da sarta col quale misurare i punti critici dove normalmente si accumula il grasso: per le donne la circonferenza addominale, quella del braccio o alla radice della coscia, per gli uomini anche la circonferenza pettorale. Fidatevi più delle vostre sensazioni o di un paio di jeans che torna a chiudersi  con facilità piuttosto che dei numeri sulla bilancia. Guardate il meno possibile la vostra bilancia di casa o, se ne siete dipendenti, provate a pesarvi non più di una volta a settimana e se siete amanti dei numeri e della precisione o state facendo un percorso specifico, rivolgetevi una o due volte all’anno ad una figura professionale (medico, biologo nutrizionista, dietista) che possa fornirvi una misurazione corretta in merito ai valori di massa grassa, muscolo ed acqua di ritenzione. Non copritevi eccessivamente durante gli allenamenti per sudare di più: non solo questo non vi farà perdere massa grassa, ma vi creerà grossi problemi di termoregolazione che renderanno il vostro corpo ancora più infiammato. Infine: bevete, bevete, bevete (acqua, tisane ecc). Donne, ricordate che il ciclo mestruale può provocare gonfiore e ritenzione, dunque se in quei giorni il famoso numero sulla bilancia sale non preoccupatevi.

L’esempio di Tina

Tina, ad esempio, è una donna schiava della bilancia che si pesa tutti i giorni, in leggero sovrappeso ed il cui scopo è perdere “7-8kg” per poter riprendere a correre. Durante la consulenza emerge un’alimentazione totalmente de-regolata e la composizione corporea risulta, in bioimpedenziometria, nettamente sbilanciata non sono su un eccesso di massa grassa, ma anche di liquidi: i kg effettivi da smaltire sono 6, 4 di grasso e 2 di liquidi. Tina torna al controllo dopo un paio di mesi, durante i quali  non  solo non si è mai pesata ma ha anche modificato sostanzialmente la sua alimentazione ed i ritmi delle sue giornate. Sale sulla bilancia ma il peso sembra essere quasi identico a quello misurato la prima volta. Dopo qualche minuto di panico e timore, la bioimpedenziometria ci dà il verdetto definitivo – il peso complessivo di Tina è rimasto uguale, ma la sua composizione corporea si è ribaltata: i liquidi sono leggermente scesi, ma c’è stata una perdita di 4Kg di grasso ed un guadagno di più di 3Kg di muscolo. Quello che è nato come uno sguardo di sconfitta è diventato uno sguardo di felicità e conquista.

Il sorpasso rosa

L’anno scorso su La Repubblica è apparso un articolo dal titolo “Running, sorpasso rosa: nel mondo hanno corso più donne che uomini”.  Sono una donna e, per giunta, corro. “Di corsa” sono andata a leggerlo. Si faceva riferimento ad una ricerca pubblicata da RunRepeat:  “Lo stato della corsa 2019“.

Leggendo l’articolo mi sono accorta che erano più interessanti altre statistiche a cui non era stato dato l’opportuno rilievo. Ecco quattro grafici che condivido con voi:

Il primo prende in esame i primi e gli ultimi paesi in relazione a rapporto tra runners maschili e femminili.  Le donne di Islanda, Stati Uniti, Canada, Irlanda ed Australia superano tutti il 50% , mentre fanalini di coda sono Svizzera, Giappone, India, Korea ed, ahimè, l’Italia.

Questo grafico rappresenta i tempi finali in maratona per age group delle donne degli ultimi trent’anni. La cosa interessante è che sino a sessant’anni le prestazioni sono abbastanza simili.  Questo significa che, se reggete sino a sessant’anni, potrete in seguito rallentare con la coscienza a posto!

Nel grafico sono rappresentate le velocità medie (in miglia orarie)  nelle quattro distanze principali della corsa prolungata, dai 5km alla maratona, suddivisi per gruppi d’età.   Il dato più interessante è costituito dalla colonnina rossa che rappresenta la mezza maratona. Lungo le varie età rimane la distanza con la velocità media più elevata.

Questo grafico riproduce l’andamento dei tempi medi di tutti i partecipanti sulla distanza di maratona nel mondo dal 1986 in poi. Costante il  declino sino al 2000 (essenzialmente a causa della presenza sempre più cospicua dei master. Negli ultimi venti anni il trend si è stabilizzato. Meno male!